Gli infortuni nello Sci e nello Snowboard

La settimana bianca diverte, ma... attenti agli infortuni sugli sci! Dagli anni 50 fino ai giorni nostri gli infortuni nella pratica degli sport invernali.
Infortuni nello Sci

La settimana bianca diverte, ma… attenti agli infortuni sugli sci!

Gli infortuni nello Sci negli anni 50

Negli anni ’50 lo sci era uno sport per pochi appassionati e l’attrezzatura era piuttosto rudimentale.
Chi può dimenticare la sequenza del film di Hitchcock “Io ti salverò” con Ingrid Bergman e Gregory Peck? L’articolazione più soggetta agli infortuni era la caviglia.
C’è stata una prima evoluzione quando gli “attacchi” permettevano al piede di sganciarsi dagli sci ma lo scarpone era basso a livello della caviglia.

Nel caso di perdita di equilibrio e di cadute le fratture dei malleoli e la rottura dei legamenti laterali erano all’ordine del giorno. Più rara risultava la lussazione dei tendini peronieri. L’immagine più frequente era quella dello sciatore disteso a letto con la gamba in trazione avvolta in un voluminoso gesso!

Gli infortuni nello Sci negli anni 70

Nella moderna pratica dello Sci è il ginocchio a dover sopportare tutte le sollecitazioni. Queste provengono dai repentini cambi di direzione e dalla continua modifica dell’assetto del corpo da “monte” a “valle”. Come conseguenza il peso del corpo si sposta alternativamente sulle due ginocchia.
Nei casi in cui il coordinamento motorio non è perfetto il ginocchio subisce distorsioni che possono essere anche gravi. La lesione più comune è la rottura (parziale o totale) dei legamenti collaterali (mediale o laterale). Questa lesione si accompagna quasi invariabilmente alle lesioni del menisco (mediale o laterale). La lesione più grave che subisce il ginocchio nello sci è la rottura del legamento crociato anteriore.

Con l’aumento dell’abilità sportiva aumenta anche la pendenza delle piste e la velocità diviene elevata. Si possono allora verificare fratture ad alta energia ai danni della tibia o del perone. Nei casi più gravi gli sportivi possono riportare anche un trauma cranico, ecco perché nelle piste più ripide e nei percorsi più impervi viene raccomandato l’uso del casco.

Gli infortuni nello Sci e nello Snowboard negli anni 90

Negli anni ’90 la pratica dello Snowboard ha conosciuto una crescente popolarità e diffusione. All’inizio lo snowboard si praticava senza l’uso di apposite calzature e gli sportivi riportavano una maggiore frequenza di traumi della caviglia. In anni più recenti anche nello snowboard si usano scarponi semi-rigidi che proteggono meglio la caviglia. Lo snowboard è uno sport molto praticato dai giovani, le velocità che si raggiungono in questo sport sono minori e per questo motivo non vi sono gravi fratture negli arti inferiori. Lo sportivo che perde l’equilibrio durante i cambi di direzione o durante le curve più strette si protegge atterrando sugli arti superiori. La frattura del polso è piuttosto comune nello snowboard.
Un altro dato da registrare è che nella pratica dello snowboard non vi sono collisioni, che invece possono accadere sulle piste da sci.

Il dato che accomuna le due pratiche sportive è che gli infortuni sportivi aumentano di frequenza nelle ore pomeridiane. I muscoli e i tendini che già non sono perfettamente allenati, risultano ancora più affaticati. È probabile che ci si sia fermati per il pranzo (accompagnato da libagioni) e allora i riflessi sono meno pronti.
Gli infortuni che avvengono durante la pratica degli sport invernali dipendono dalla qualità dell’attrezzatura tecnica e dalla qualità del fondo su cui si pratica lo sport.

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